I finanziatori della campagna elettorale di Sebi Romeo: hanno ottenuto tutti qualcosa

romeosebi ildispaccio 28mardi Claudio Cordova - Per un piatto di pasta e fagioli. A volte anche senza pasta. La somma più alta è di 5mila euro, nella maggior parte dei casi, invece, si tratta di poche centinaia di euro. Ma, in ogni caso, mesi dopo, sarebbe arrivato qualcosa di molto simile a un do ut des. I finanziatori della campagna elettorale di Sebi Romeo, che nel 2014 incasserà una barcata di voti, diventando consigliere regionale e capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Campanella, nei mesi e negli anni successivi hanno potuto godere di una nomina, talvolta anche molto importante, di una consulenza, di qualcosa.

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Il caso più eclatante è quello dell'attuale assessore regionale Maria Teresa Fragomeni, che, non è un mistero, essere una creatura "di" Sebi Romeo. La Fragomeni, entrata nella Giunta Oliverio dopo l'ennesimo rimpasto, ha le pesanti deleghe al Bilancio, alle politiche del personale, allo sviluppo economico e promozione delle attività produttive. Nella corsa alle Regionali del 2014, però, la Fragomeni era mandataria della campagna elettorale: le grandi manovre di Sebi Romeo per diventare consigliere regionale verranno finanziate dalla stessa Fragomeni, in prima persona, ma anche da Domenico Cristofaro, marito della stessa Fragomeni. Pochi spicci, cui però seguirà la nomina della donna come consulente del gruppo Pd in Consiglio Regionale e oggi, soprattutto, la nomina ad assessore regionale.

Bonifico (da 500 euro) anche da parte di Santo Gioffrè, lo scrittore nominato commissario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria e poi destituito a seguito di una lunga battaglia amministrativa in cui verrà tirata in mezzo anche l'Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone. Molto interessante anche il caso del sindaco di Santo Stefano d'Aspromonte, il cui legame con Sebi Romeo è noto. Oggi Malara è indagato per riciclaggio nell'inchiesta che ha coinvolto il presidente dell'ACI di Reggio Calabria, Santo Alfonso Martorano (leggi qui). Dei suoi legami con Romeo (e delle pressioni politiche) parla anche l'allora presidente del Parco Nazionale d'Aspromonte, Giuseppe Bombino, interrogato dalla Dda di Reggio Calabria (leggi qui). Malara finanzia la campagna del candidato del Partito Democratico e successivamente viene nominato revisore dei conti del Consiglio Regionale, proprio grazie a un furbetto emendamento di Romeo, che avrebbe permesso a Malara, nonostante questi concorresse a diventare sindaco, di accedere al delicato (e ben remunerato) ruolo di Palazzo Campanella.

Ma (almeno) altri due casi meritano menzione.

Quello di Pietro Prestinicola è molto semplice: finanzia insieme alla moglie (sempre con qualche centinaia di euro) la campagna elettorale di Romeo e alcuni mesi dopo arriva la nomina a componente della struttura speciale dell'Assessore alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili, Federica Roccisano, in quel periodo molto vicina a Romeo. Sempre nella struttura della Roccisano, viene nominata Nensi Spatari, avvocato e segretaria del Partito Democratico a Mammola: il marito Roberto Lanfranco (anch'egli avvocato, che riceve incarichi anche dalla Regione Calabria) aveva finanziato la campagna elettorale di Sebi Romeo.

Anche in questo caso con pochi spicci.

Somma più sostanziosa (e infatti documentata da una dichiarazione, necessaria per gli importi superiori alle duemila euro) quella versata da Valerio Berti, uomo forte di Confindustria Reggio Calabria, ex massone (come lui stesso afferma interrogato dalla Dda di Reggio Calabria(leggi qui) e padre di Domenico Berti. I 5mila euro versati per sostenere Romeo rappresentano la somma più alta tra quelle documentate per legge dall'allora candidato e oggi consigliere regionale. Il giovane Berti verrà scelto con nomina diretta dal sindaco Giuseppe Falcomatà (anch'egli del Pd, come Sebi Romeo) nel Consiglio d'amministrazione della Sogas, la società di gestione che, prima del fallimento, gestiva l'aeroporto dello Stretto. Ne diventerà anche vicepresidente.